16 persone annegate a novembre
Il mese scorso sono stati 40 i bagnanti vittime di incidenti; oltre ai 16 morti, 2 sono in condizioni critiche, 4 gravi, 5 moderate, 9 minori e 4 sono stati tratti in salvo illesi.
66 morti in incidenti acquatici, è il risultato da gennaio a novembre 2022 nelle Isole Canarie, secondo i dati elaborati dall’Associazione “Canarias, 1500 Km de Costa”. Questa cifra rappresenta un aumento del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (52), e tredici in più rispetto al periodo gennaio-novembre 2020, quando persero la vita 39 persone.
L’85% dei bagnanti che hanno avuto un incidente in ambiente acquatico è entrato in acqua quando le condizioni del mare erano avverse.
Novembre, mese record per il numero di decessi
Nel solo mese di novembre, un totale di 40 persone ha subito un incidente nelle aree acquatiche delle Isole Canarie. Di questi, 16 sono morti, oltre a 2 bagnanti critici, 4 gravi, 5 moderati, 9 lievi e 4 salvati illesi.
Si tratta della cifra più alta registrata in un singolo mese nell’ultimo decennio, sia in termini di morti che di numero totale di incidenti. Le cifre mensili più alte risalgono all’agosto 2017 con 13 decessi per sommersione e nel dicembre 2021 sono stati registrati 12 decessi.
La mortalità mensile sulle nostre coste e strutture acquatiche ammonta a una media di 6 bagnanti, superando lo stesso periodo dei due anni precedenti, con 5/mese nel 2021 e 3/mese nel 2020.
Questi dati sono stati elaborati dai promotori della prima campagna audiovisiva dell’UE per la prevenzione degli incidenti nell’ambiente acquatico “Canarias, 1500 Km di costa”, un’iniziativa di pubblico interesse promossa dal Cabildo de Gran Canaria, collaboratore ufficiale dell’ADEAC-Bandiera Blu Spagna e con il sostegno del Governo delle Isole Canarie, del Consiglio della Ciudad de Mar di Las Palmas de Gran Canaria e del Museo Elder della Scienza e della Tecnologia.
Va notato che il 90% dei dati utilizzati per questo studio statistico proviene da fonti ufficiali.
186 colpiti nelle aree acquatiche gennaio – novembre
Oltre ai 66 morti registrati, ci sono stati 9 feriti gravi, 21 feriti gravi, 39 feriti moderati, 18 feriti lievi e 33 soccorsi.
Da gennaio a novembre, il 73% delle vittime identificate erano stranieri, fino a 11 nazionalità diverse: Polonia (3), Germania (7), Regno Unito (1), Paesi Bassi (1), Norvegia (2), Irlanda (1), Portogallo (1), Sahara (1), Italia (1), Argentina (1), Svezia (1) e stranieri (5).
Per quanto riguarda l’età, il 33% aveva più di 60 anni, il 34% era costituito da adulti e il 3% da bambini.
Per quanto riguarda il sesso, l’80% (53) delle vittime erano uomini, mentre il 20% (13) erano donne.
Fuerteventura, al secondo posto in termini di decessi
In base all’attività svolta, il 70% dei deceduti era costituito da bagnanti, il 9% da pescatori, il 7% da sportivi acquatici, il 6% da subacquei e il restante 8% corrispondeva ad altre attività.
Per quanto riguarda le isole, Tenerife ha registrato 18 decessi, Fuerteventura 16, Gran Canaria 15, Lanzarote 9, La Gomera 5, La Palma 2, El Hierro 1 decesso. La Graciosa non ha registrato alcun decesso per annegamento.
Le spiagge continuano a essere l’ambiente in cui si è verificato il maggior numero di incidenti mortali, con il 47% dei casi, seguite da porti e aree costiere, 35%, piscine (7%) e piscine naturali (11%).
Nel pomeriggio è stato registrato il 71% degli annegamenti mortali, mentre al mattino (24%) e di notte (5%).
La Redazione LGC