Le Canarie puntano sull’energia eolica
di Daniele Dal Maso
Energia eolica: le Canarie danno una svolta significativa all’approvvigionamento di energia con la realizzazione di un’impresa faraonica.
Il governo canario ha di recente annunciato che darà il via alla produzione di energia pulita con l’installazione di 70 parchi eolici entro il 2018.
Attualmente alle Canarie sono già presenti 36 parchi con 210 turbine eoliche, non tutte a regime, che verranno rese operative e integrate partendo con 4 nuove stazioni, di cui 1 a Tenerife, 1 a Fuerteventura e 2 a Gran Canaria.
Un totale di 803 megawatt di energia elettrica sfruttando l’enorme potenziale eolico dell’arcipelago.
L’energia eolica viene prodotta sfruttando il vento che viene convertito in energia dalle possenti pale dei mulini o turbine.
Valida alternativa all’utilizzo di combustibile fossile, l’energia eolica rappresenta una fonte rinnovabile pulita, priva di emissioni di gas serra e particolarmente stabile in luoghi costantemente ventosi come l’arcipelago delle Canarie.
Ma a fronte di un progetto tanto ambizioso quanto ecosostenibile, non sono mancate le polemiche.
In particolare quelle del sindaco di Arico che si sarebbe fermamente opposto all’installazione di nuovi parchi eolici nella zona costiera.
Attualmente il comune sulle isole che produce più energia rinnovabile è proprio Arico, in provincia di Santa Cruz de Tenerife, che, con i suoi 178 km quadrati di estensione, possiede 19 impianti fotovoltaici e 2 impianti di energia eolica, Morgan e La Esquina.
La comprensibile preoccupazione del piccolo comune si fonda sul reale pericolo che alcune zone possano essere saturate di impianti dal significativo impatto ambientale: rumori, vibrazioni, disturbo agli uccelli e al paesaggio.
La critica quindi non è tanto rivolta alla produzione di energia eolica come alternativa a quella tradizionale, bensì alla creazione sconsiderata di strutture che minerebbero la bellezza e la tranquillità dell’ambiente circostante.
Insomma energia pulita sì, ma con valutazioni obiettive della dislocazione degli impianti.
Perché la difesa dell’ambiente, come giusto che sia, va fatta a 360 gradi.