Una finestra sul cervello per salvare molte vite
di Magda Altman
La definiscono “finestra terapeutica sul cervello” e non si tratta di una metafora ma di un vero e proprio oblò fatto di uno speciale materiale trasparente che consentirà ai medici di monitorare direttamente i pazienti con disturbi cerebrali gravi o infezioni pericolose e di intervenire prontamente.
I ricercatori della University of California stanno trasformando in realtà un concetto sviluppato da tempo e studiato insieme al Centro de Investigación y de Educación Cientifica y de Educación Superior di Ensenada, in Messico.
La finestra terapeutica sarà di fatto un impianto di cranio trasparente che sostituirà quello naturale osseo e che permetterà di intervenire direttamente sul cervello mediante un laser in grado di attraversare lo speciale materiale.
Persone affette da tumori cerebrali, lesioni traumatiche, malattie degenerative e ictus potranno essere curate senza dover subire pericolose e ripetute craniotomie.
Il progetto è iniziato quando il professore di ingegneria meccanica messicano Guillermo Aguilar sviluppò insieme al suo team una versione trasparente dei modelli in ceramica normalmente usati come protesi per l’anca o come corone dentali.
Il materiale totalmente biocompatibile, composto da ossido di ittrio e zirconia, venne pensato come possibile componente di una sorta di finestra trasparente da impiantare nel cranio che consentisse non solo il controllo del cervello ma anche l’utilizzo della strumentazione laser.
Il materiale brevettato con il nome di YSZ è risultato più resistente agli urti rispetto a molti altri materiali a base di vetro proposti da altri ricercatori e soprattutto il più efficace nel lasciar agire la strumentazione laser in caso di bisogno.
Un ulteriore vantaggio infatti di questa finestra terapeutica è la possibilità per i medici di combattere le infezioni senza dover operare bensì utilizzando direttamente il laser attraverso l’impianto.
Una scoperta fondamentale per la lotta contro le infezioni batteriche cerebrali che non sono trattabili con gli antibiotici a causa della loro impossibilità di penetrare la barriera emato-encefalica.