Di Italiano alle Canarie

Il 2025 segna un cambiamento rilevante per chi vive in affitto in Spagna. È entrata in vigore la nuova Legge sugli Affitti Urbani (Ley de Arrendamientos Urbanos), pensata per offrire maggiore stabilità e tutela ai milioni di cittadini che, in assenza di alternative all’acquisto, ricorrono alla locazione per avere un tetto sopra la testa.

Negli ultimi anni, l’accesso alla casa è diventato uno dei problemi più urgenti nel panorama spagnolo. L’aumento costante dei canoni e la scarsità di offerta abitativa rendono sempre più difficile trovare soluzioni abitative sostenibili, in particolare per le fasce più giovani della popolazione. Da qui nasce l’intervento del governo, che mira a frenare gli aumenti incontrollati e a riequilibrare un mercato immobiliare sempre più in tensione.

I nuovi limiti agli aumenti

Dal 1° gennaio 2025, i proprietari possono aumentare il canone solo in circostanze ben definite, seguendo un nuovo indice di riferimento ufficiale, fissato annualmente dall’Instituto Nacional de Estadística (INE). Questo indice tiene conto di:

Inflazione (IPC);


Variazione annuale dell’IPC sottostante;

Media annuale della variazione aggiustata dell’inflazione.

In ogni caso, è previsto un meccanismo correttivo per evitare che l’aumento superi il 2% annuo, introducendo un tetto che protegge gli inquilini da rincari eccessivi.

Inoltre, l’aumento può essere applicato solo dopo il primo anno di contratto, e il proprietario è obbligato a comunicare l’incremento in forma scritta, rispettando le condizioni pattuite.

Più garanzie per gli inquilini

La nuova normativa introduce anche importanti tutele aggiuntive:

Massimo due mensilità di garanzia extra oltre alla caparra legale, ponendo fine agli eccessi finora tollerati;

Validità del contratto anche se non registrato nel Registro della Proprietà, per assicurare il diritto all’abitazione;

Esenzione dall’Imposta sulle Trasmissioni Patrimoniali per le locazioni di prima casa, alleggerendo il carico fiscale.

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Chi beneficia della nuova legge?

Le nuove regole si applicano a tutti i contratti di affitto con decorrenza 26 maggio 2023 in poi, data di approvazione della legge. Questa data costituisce un vero spartiacque normativo. I contratti stipulati prima non godono delle nuove tutele e restano regolati dalla normativa precedente, che consente aggiornamenti legati all’IPC senza alcun limite massimo.

Questo crea una disparità strutturale tra gli inquilini: due cittadini con lo stesso canone di partenza, ma con contratti firmati in date diverse, possono trovarsi a pagare somme differenti. Una distorsione normativa che rischia di acuire il disagio abitativo e che, anche se oggi la differenza economica può sembrare minima, rappresenta comunque una frattura evidente nei criteri di equità.

Una riforma tra intenzioni e contraddizioni

Con questa riforma, il governo spagnolo dichiara di voler rendere il mercato degli affitti più equo, regolato e trasparente, proteggendo gli inquilini e promuovendo l’accesso a una casa dignitosa. Tuttavia, restano contraddizioni significative e misure discutibili dal punto di vista dell’equità sociale, che potrebbero trasformare una buona intenzione in un nuovo motivo di disuguaglianza.