Tra le celebrazioni più autentiche e sentite delle Isole Canarie c’è la romería, un evento che fonde spiritualità, tradizione contadina, musica popolare e orgoglio identitario. Non si tratta solo di una processione religiosa: è una vera e propria festa collettiva che racconta l’anima dell’arcipelago.
Origini storiche: dal pellegrinaggio alla festa popolare.
La parola “romería” ha un’origine latina e deriva da “romero”, che a sua volta deriva da “romaeus”. Romaeus era il termine usato per indicare i pellegrini che si recavano a Roma. Quindi, originariamente, una “romería” era un pellegrinaggio religioso verso Roma. Con il tempo, il significato si è esteso per indicare qualsiasi pellegrinaggio o processione religiosa, spesso in onore di un santo patrono, che si svolgeva verso un santuario, un’eremo o un luogo sacro, generalmente situato in zone rurali o montuose.
Durante il periodo della colonizzazione spagnola, la romería prese piede e si iniziarono ad organizzare processioni verso i santuari rurali per onorare i santi patroni. Nel corso dei secoli, questi pellegrinaggi religiosi si sono trasformati in eventi comunitari, assumendo un carattere più festoso e identitario, pur mantenendo un forte legame con la spiritualità popolare.
Tradizioni e simboli della romería canaria.
Oggi, la romería è una manifestazione ricchissima di simboli e colori:
Abiti tradizionali: uomini e donne sfilano in trajes típicos, i costumi tradizionali dell’isola, realizzati con tessuti a righe, scialli, grembiuli ricamati e cappelli in feltro o paglia.
Carri addobbati (carretas): trainati da buoi o decorati a mano, rappresentano scene rurali o offrono cibo e vino a chi assiste alla processione.
Offerte al santo patrono: ogni romería culmina con l’offerta di frutta, prodotti agricoli, dolci tipici o vino al santo o alla santa venerata.
Musica e balli tradizionali: non mancano i suoni di timple, chitarre, tamburi e le voci dei gruppi folk che intonano isas, folías e malagueñas, coinvolgendo il pubblico in balli improvvisati.
Come si svolge una romería.
La romería comincia generalmente con una messa solenne, seguita dalla partenza della processione: gruppi provenienti da diversi quartieri, paesi o comuni sfilano con i loro carri, accompagnati da gruppi folkloristici, tra canti, risate e offerte. La sfilata culmina con l’arrivo davanti alla chiesa del santo patrono, dove si depongono le offerte. Dopo la parte religiosa, la festa continua con piatti tipici, danze, mercatini artigianali e concerti all’aperto.
Le romerías più famose dell’arcipelago.
Ogni isola celebra più romerías, ma alcune sono particolarmente note:
Romería de San Benito Abad (La Laguna, Tenerife) – È la più grande e tradizionale, dichiarata Festa d’Interesse Turistico Nazionale.
Romería de la Virgen del Pino (Teror, Gran Canaria) – In onore della patrona dell’isola, ogni settembre attrae decine di migliaia di pellegrini.
Romería de los Dolores (Tinajo, Lanzarote) – Una delle più antiche, con un forte spirito devozionale e paesaggi vulcanici sullo sfondo.
Romería de San Isidro Labrador – Celebrata in molte località, spesso congiuntamente con Santa María de la Cabeza, è molto legata al mondo agricolo.
Romería del Rocío Canario (Fuerteventura) – Ispirata alla romería andalusa, ma adattata allo spirito isolano.
Una festa che unisce generazioni.
La romería è un’occasione per ritrovare le radici, riscoprire i sapori della cucina tradizionale (come papas arrugadas, mojo, gofio, dolci casalinghi e vino locale) e tramandare l’identità canaria. È comune vedere intere famiglie, dai nonni ai bambini, partecipare attivamente, in un clima di rispetto, allegria e condivisione.
Un’esperienza viva e vibrante.
La romería canaria non è solo una festa: è una dichiarazione d’amore per la terra, la cultura e la comunità. Chi partecipa, anche solo come spettatore, si lascia trasportare da un’esperienza intensa e coinvolgente, tra strade addobbate, canti che si alzano al cielo e profumi che raccontano la storia di un’isola fiera delle sue radici e delle sue tradizioni.
Di Italiano alle Canarie