L’Aeroporto di Gran Canaria, uno dei principali snodi di collegamento tra Europa e Africa, sta affrontando un fenomeno sociale preoccupante: l’aumento del numero di senzatetto che vi pernottano ogni notte.

in un servizio apparso tre  giorni fa su Televisione Canaria,  attualmente circa 40 persone senza dimora dormono abitualmente all’interno delle strutture aeroportuali, un dato in forte crescita rispetto al 2017, quando se ne contavano circa 10.

Per affrontare questa situazione, Aena ha introdotto misure restrittive, come il divieto di accesso al terminal tra mezzanotte e le quattro del mattino, consentendo l’ingresso solo ai passeggeri con documentazione valida.

Sebbene la società aeroportuale giustifichi questa politica con motivazioni legate alla sicurezza, alcuni osservatori ritengono che il vero obiettivo sia quello di scoraggiare la presenza dei senzatetto nell’aeroporto, privandoli di un rifugio notturno.

Queste restrizioni sollevano un serio dibattito sui diritti di accesso agli spazi pubblici e sulla responsabilità delle istituzioni nel garantire soluzioni dignitose a chi vive per strada.

Senza alternative reali, le persone senza dimora sono costrette a cercare riparo in luoghi come aeroporti, stazioni di trasporto pubblico o altri spazi coperti.


Un sintomo di una crisi sociale più profonda

L’aumento dei senzatetto nell’aeroporto non è un problema isolato, bensì il riflesso di una crisi sociale più ampia che da anni attanaglia l’isola.

Gran Canaria come il resto dell’arcipelago, si trovano intrappolate in un cronico range di povertà che oscilla tra il 33% e il 37%, senza riuscire a scendere sotto questa soglia nonostante proclami e iniziative politiche.

L’accesso sempre più difficile a un’abitazione dignitosa, la disoccupazione, la precarietà lavorativa e l’assenza di politiche di sostegno efficaci continuano ad alimentare una spirale negativa.

Questo dato non è solo una statistica, ma un segnale inequivocabile di un sistema che non funziona e di politiche che si rivelano incapaci di invertire la rotta.

Gran Canaria, pur essendo una destinazione turistica di primo piano e un centro economico importante, si trova a fronteggiare una crescente disuguaglianza sociale.

L’aumento del costo della vita e la speculazione immobiliare rendono quasi impossibile per molti trovare una sistemazione adeguata, mentre i servizi assistenziali appaiono sempre più insufficienti.

La presenza dei senzatetto all’Aeroporto di Gran Canaria è solo la punta dell’iceberg di una crisi sociale che richiede soluzioni strutturali e a lungo termine.

Tuttavia, il dibattito pubblico e le azioni politiche continuano a concentrarsi esclusivamente sull’effetto del problema, cercando di arginare le sue manifestazioni più evidenti senza mai affrontare con decisione le cause profonde.

Le restrizioni all’accesso possono forse limitare temporaneamente la loro presenza negli spazi aeroportuali, ma non risolvono il dramma di chi non ha un tetto sotto cui dormire.

Le misure adottate finora si rivelano inefficaci perché si fermano alla superficie, evitando di andare al nocciolo  del problema: una povertà strutturale che inchioda le Canarie a percentuali di disagio economico inaccettabili per una regione europea.

È indispensabile che le autorità superino l’approccio emergenziale e si impegnino seriamente per garantire a tutti il diritto a un alloggio, opportunità di reinserimento e una vita dignitosa, spezzando finalmente questo circolo vizioso di precarietà e marginalizzazione.

Tuttavia, ogni appello sembra dissolversi nel vuoto, lasciando spazio solo a promesse ripetute e soluzioni temporanee che non intaccano minimamente le cause profonde del problema.

In un contesto in cui la povertà sembra ormai cristallizzata, l’idea di un vero cambiamento appare più come un’illusione che come una prospettiva concreta.

Nel frattempo, aspettiamo fiduciosi che il “morto istituzionale” dia un pallido segno di vita.

Ma, a giudicare dai precedenti, forse è più realistico attendersi un altro giro di proclami vuoti, qualche misura tampone inefficace e, nel frattempo, una nuova ondata di persone costrette a cercare riparo sotto un tetto che non esiste.

Di Italiano alle Canarie