L’aumento esponenziale di visitatori nei luoghi più preziosi delle Canarie sta causando conseguenze importanti per la sicurezza, l’ambiente e l’esperienza dei turisti stessi.
L’accesso a due icone naturali, il Pico del Teide a Tenerife e il Roque Nublo a Gran Canaria, è stato limitato.
L’impatto del turismo massiccio
Con 18 milioni di turisti annui (dati del 2024) cifra è discordante, in quanto altre fonti affermano che sono di meno, ma comunque rimangono sempre tanti, e 2,2 milioni di residenti, le Canarie affrontano una pressione turistica senza precedenti.
Al Roque Nublo, le visite giornaliere hanno raggiunto picchi di 1.800 persone in poche ore, portando all’introduzione di restrizioni, dal 3 febbraio 2024 per proteggere il luogo e migliorare la qualità delle visite.
Situazioni analoghe si osservano nelle Dune di Maspalomas, dove la sorveglianza attuale risulta insufficiente a prevenire danni alla riserva naturale.
Per affrontare il problema, si prevede il potenziamento del personale e l’installazione di sensori e videocamere per monitorare l’afflusso.
Anche il Pico de Bandama a Gran Canaria, meta popolare soprattutto per i crocieristi, sarà soggetto a nuove misure di controllo.
Conservazione e sostenibilità a rischio
Il turismo di massa compromette la biodiversità e la tranquillità essenziali alla sopravvivenza degli ecosistemi. Tra i principali impatti figurano la compattazione del suolo, la distruzione della vegetazione, l’abbandono di rifiuti e l’introduzione di specie invasive.
La priorità dovrebbe concentrarsi sulla conservazione, dopo anni di carenze nel monitoraggio ambientale.
Auto e sovraffollamento: un mix esplosivo
L’accessibilità veicolare è indicata come una delle principali cause del sovraffollamento nei luoghi naturali delle Canarie.
Durante la pandemia, l’assenza di presenze umane ha dimostrato la capacità della natura di rigenerarsi.
Attualmente, il traffico automobilistico rappresenta una minaccia per aree come il Parco Nazionale del Teide e il Parco Nazionale di Garajonay, dove sono in fase di studio misure per pedonalizzare le zone più sensibili.
Ecotassa e sensibilizzazione: le soluzioni proposte
L’introduzione di una ecotassa proposta come uno strumento per finanziare piani di conservazione e migliorare la vigilanza degli spazi naturali, solleva dibattiti: da un lato, appare come una soluzione necessaria per preservare il patrimonio naturale; dall’altro, potrebbe essere percepita come un semplice mezzo per generare entrate.
La sua efficacia dipende interamente dalla trasparenza nella gestione dei fondi raccolti e dal loro reale impiego in progetti di tutela ambientale, monitoraggio e sensibilizzazione.
Se queste risorse non venissero utilizzate per gli scopi promessi, si rischierebbe di compromettere la fiducia di cittadini e visitatori.
Per garantire credibilità e successo, è fondamentale che l’ecotassa venga accompagnata da un sistema di rendicontazione pubblica chiaro e da una comunicazione trasparente sui benefici concreti per la salvaguardia dell’ambiente.
Fuerteventura: un caso a parte
A Fuerteventura, gli spazi protetti non prevedono limiti al numero di visitatori, salvo nel Parco Naturale dell’Isola di Lobos, dove la capacità giornaliera è stata aumentata a 800 persone, una cifra considerata eccessiva per l’equilibrio dell’ecosistema locale.
Episodi di degrado, come rave sui vulcani e saccheggi di risorse naturali, evidenziano la necessità di interventi immediati.
Il clima unico e i paesaggi straordinari delle Canarie rischiano di essere compromessi dal turismo di massa e dalla mancanza di una gestione adeguata.
Misure come il controllo degli accessi, l’uso di trasporti sostenibili e una ecotassa possono costituire strumenti validi per garantire un futuro migliore alle isole e alle generazioni future.
Tuttavia, la loro efficacia dipende dalla trasparenza nella gestione dei fondi raccolti e dal loro impiego effettivo per la tutela ambientale, come detto prima.
Quello che rimane incontestabile, è che la vera ricchezza dell’arcipelago risiede nel suo patrimonio naturale.
Di Italiano alle Canarie