Il presidente delle Canarie avverte gli imprenditori del settore turistico: “Preferiamo aumentare l’IGIC piuttosto che introdurre una ecotassa” Ma nel programma di governo era previsto abbassarla!
Fernando Clavijo, presidente delle Canarie, ha avvertito il settore turistico delle isole che, se i profitti degli imprenditori non verranno redistribuiti a beneficio della società canaria, si prenderà in considerazione un aumento dell’IGIC (Impuesto General Indirecto Canario, equivalente all’IVA).
Le Canarie, generano una spesa di circa 22 miliardi di euro, numeri record per l’arcipelago. Il turismo rappresenta una quota crescente del PIL delle isole, rendendo più difficile la diversificazione economica, pur non essendo incompatibile con altre attività.
Tuttavia, sindacati e lavoratori del settore denunciano da tempo immemorabile, che i guadagni degli imprenditori non si riflettono né nei salari degli impiegati, né nella qualità della vita della società canaria, dove oltre il 30% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale.
Questa situazione è un fatto arcinoto, che è insopportabile: un disco rotto che le istituzioni sembrano ignorare o, peggio, accettare come normale, perpetuando una dinamica che penalizza intere fasce della popolazione a favore di pochi privilegiati.
In un’intervista a La Portada, programma di Radio Club Tenerife, il presidente Fernando Clavijo ha affermato che, rispetto all’idea di una ecotassa, esiste l’alternativa di aumentare l’IGIC.
Ha definito “coraggiosa e pionieristica” l’iniziativa della sindaca di Mogán, Onalia Bueno, che sostiene l’introduzione dell’ecotassa: “Non solo condividiamo questa idea, ma crediamo che Onalia Bueno sia stata coraggiosa e pioniera, a differenza di molti altri che avevano incluso questa proposta nei loro programmi elettorali già quattro anni fa, ma non sono stati capaci di attuarla.”
Tuttavia, l’introduzione di un’ecotassa appare come il solito stratagemma per fare cassa, colpendo ancora una volta i turisti con la promessa, spesso disattesa, che i ricavati serviranno realmente a migliorare la qualità della vita della comunità locale.
Clavijo ha inoltre aggiunto: “Né Coalición Canaria né il Partido Popular avevano l’ecotassa nei propri programmi o nel patto di governo.
Tuttavia, è prevista la possibilità di aumentare l’IGIC. Dal punto di vista dell’efficienza fiscale, se non si verifica una redistribuzione della ricchezza generata dal turismo alla società canaria, preferiamo aumentare l’IGIC piuttosto che introdurre una ecotassa.”
Questa “avvertenza” trova il consenso della Federación Sindical Canaria, che condivide le parole di Clavijo. Manuel Fitas, Segretario Organizzativo della Federación Sindical Canaria – Sindicalistas de Base, sottolinea che da tempo denunciano la necessità di destinare i grandi profitti del settore turistico al miglioramento dei salari e delle infrastrutture nelle Canarie.
Aggiunge inoltre: “Proponiamo di aumentare l’IGIC dal 7% al 10% nella fatturazione turistica, ma non per integrarlo nel bilancio generale del Governo delle Canarie, bensì per creare fondi vincolati con un controllo specifico da destinare al miglioramento della Sanità, dell’Edilizia e delle infrastrutture stradali, che si trovano in una situazione critica e stanno portando il settore turistico al collasso.”
Tuttavia, questa proposta lascia aperti interrogativi fondamentali: chi controllerà questi fondi? Quali garanzie ci sono che non vengano sperperati o dirottati verso altri fini?
Inoltre, un aumento di tre punti percentuali dell’IGIC avrebbe un impatto diretto sull’aumento dei prezzi, scoraggiando potenzialmente i turisti, che potrebbero preferire destinazioni più economiche e competitive.
Sembra una soluzione improvvisata e miope.
Sarebbe più sensato iniziare immediatamente a destinare una quota parte dei profitti generati dal turismo alle opere sociali per la popolazione canaria, senza incidere sul costo finale delle tariffe pagate dai turisti.
Presidente Clavijo, questa proposta non è solo inefficace, ma rischia di essere una colossale presa in giro per la popolazione canaria.
Dal canto loro, i rappresentanti della Confederación Canaria de Empresarios non comprendono la posizione del Governo, soprattutto considerando che durante la campagna elettorale era stata promessa una riduzione dell’IGIC.
José Cristóbal García, vicepresidente della Confederación, ha dichiarato: “Non è corretto affermare che i profitti del turismo non vengono trasferiti alla società”.
Il turismo è il settore che genera più benefici.” Inoltre, ha posto l’accento sulla gestione delle risorse: “Stiamo gestendo adeguatamente le risorse che provengono dal turismo e che vengono raccolte con le imposte della comunità autonoma”
Questa affermazione sembra in netto contrasto con quanto dichiarato da Clavijo, il quale denuncia una mancata redistribuzione delle ricchezze generate dal turismo verso la società.
Se davvero le risorse fossero gestite adeguatamente, non si spiegherebbe l’insistenza del presidente su un aumento dell’IGIC come soluzione al problema.
Anche Juan Pablo González, direttore di Ashotel, critica le contraddizioni interne al Governo: “Le parole di Clavijo ci sorprendono perché non sono allineate con le dichiarazioni della consigliera al Turismo, che solo poche settimane fa si era opposta all’introduzione di una tassa turistica, affermando che non si voleva penalizzare i residenti canari che utilizzano i servizi turistici.
Le proposte di Clavijo, sebbene formulate per affrontare problemi reali, sembrano soffrire di una mancanza di chiarezza, coerenza politica e garanzie di attuazione concreta.
Inoltre, i rischi associati all’aumento dell’IGIC potrebbero minare la competitività turistica delle Canarie, aggravando il problema invece di risolverlo.
Di Italiano alle Canarie