Maspalomas pronta a guidare il turismo russo in Spagna, se Trump e Putin risolvono la questione Ucraina
Se l’atteso accordo tra Donald Trump e Vladimir Putin sull’Ucraina si concretizzasse nei primi mesi del 2025, potrebbe finalmente aprirsi la strada per un nuovo flusso turistico russo verso Gran Canaria.
Tuttavia, l’integrazione con il tradizionale mercato nordico rappresenta una sfida: sarà necessario sviluppare prodotti turistici su misura per i visitatori russi, il cui profilo di spesa e abitudini differiscono dai mercati consolidati.
Nel 2022, quando Mosca avviò l’operazione militare in Ucraina, Aeroflot era pronta a inaugurare voli diretti da Mosca a Gran Canaria. L’Unione Europea, però, chiuse lo spazio aereo e sospese i visti turistici, bloccando sul nascere un mercato con enormi potenzialità economiche per l’arcipelago.
Nel frattempo, destinazioni come Agadir (Marocco) hanno beneficiato di questo vuoto, mentre Tenerife ha rotto lo storico equilibrio tra le isole, puntando sui turisti nordeuropei e tedeschi, tradizionalmente legati a Gran Canaria.
Oggi, Maspalomas e Meloneras si trovano davanti a una grande opportunità. Il turismo russo, che in passato ha dimostrato un alto livello di spesa, potrebbe essere la chiave per un rilancio.
Basti pensare che nel 2019 i visitatori russi hanno contribuito con 144,5 milioni di euro alla spesa turistica delle Canarie, con una spesa media giornaliera di 151,90 euro, ben superiore ai 140,18 euro spesi dagli altri turisti. Inoltre, il loro soggiorno medio si attestava intorno ai 15 giorni, offrendo un potenziale economico significativo per l’intera area.
Gran Canaria, che nel 2019 ha accolto solo 10.647 turisti russi rispetto ai 60.472 di Tenerife, potrebbe approfittare di questa fase di “reset” per invertire la rotta.
La chiusura dei collegamenti diretti con la Russia a causa della guerra non ha impedito a molti visitatori russi di arrivare attraverso scali intermedi, segnalando un interesse mai sopito per la destinazione canaria. Se la crisi in Ucraina si risolvesse, l’isola avrebbe una chance concreta per attrarre questi viaggiatori, sfruttando un mercato che, nel 2018, registrava una spesa media di 2.152 euro per viaggio.
La sfida, tuttavia, non è solo commerciale ma anche politica. Las Palmas, centro decisionale dell’isola, è accusata di non supportare adeguatamente le strategie di sviluppo turistico del sud, favorendo indirettamente Tenerife.
Per Maspalomas e Meloneras, dunque, la priorità è spingere su un cambio di approccio strategico che renda Gran Canaria una destinazione più competitiva per i visitatori russi.
Con una politica turistica mirata, Maspalomas potrebbe finalmente ritagliarsi un ruolo di primo piano in un mercato che, prima della guerra, stava mostrando segnali di crescita costante.
La chiave per il successo sarà diversificare l’offerta e investire nella creazione di esperienze che rispondano alle aspettative di un pubblico sofisticato, abituato al lusso e alla qualità.
Di Italiano alle Canarie