L’associazione dei datori di lavoro alberghieri di Las Palmas: “Tollerare la residenzialità per legge è la peggiore politica abitativa”.
La Feht afferma che “si creerebbe un gravissimo precedente in grado di causare danni irreparabili alle località turistiche e all’occupazione nelle Isole Canarie”.
In un comunicato, l’associazione dei datori di lavoro del turismo di Las Palmas ha alluso al “noto ed evidente rischio” che comporterebbe una riforma della legislazione del settore turistico che implicherebbe il “rovesciamento del principio dell’unità di sfruttamento”, che, a suo avviso, costituirebbe “un gravissimo precedente in grado di causare danni irreparabili alle località turistiche e all’occupazione nell’arcipelago”.
Come esempio dell’impatto della residenzialità sul turismo, l’organizzazione imprenditoriale ha fatto riferimento a uno studio realizzato dall’Istituto di Turismo e Sviluppo Economico Sostenibile dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria, che, secondo “stime prudenti”, ha quantificato in 591 milioni di euro la perdita di reddito che questo processo provocherebbe nelle sole località di San Bartolomé de Tirajana.
La FEHT ritiene che proposte di questo tipo “sollecitate dai proprietari di appartamenti turistici in difesa dei loro esclusivi interessi privati, confondano obiettivi legittimi e reciprocamente compatibili, come le esigenze abitative e il mantenimento dell’attività economica, a scapito dell’interesse generale e della prosperità collettiva”.
Contro queste tesi, l’associazione dei datori di lavoro difende che l’attività del settore che rappresenta “è la garanzia per il mantenimento dei posti di lavoro, dell’attività economica e delle entrate fiscali per le amministrazioni pubbliche delle isole, che, a loro volta, finanziano le politiche sociali pubbliche, tra cui l’edilizia abitativa”, hanno detto.
Insieme all’Associazione degli Imprenditori Turistici di Las Palmas (AEAT), la FEHT assicura che “appoggia tutte le iniziative pubbliche per la costruzione di alloggi e si dichiara chiaramente favorevole alla loro realizzazione nel più breve tempo possibile, anche nell’interesse generale delle Isole Canarie”.
Pertanto, entrambe le associazioni ritengono che “sostituire lo sviluppo di nuove aree residenziali pianificate con l’invasione di spazi per l’attività turistica, di gran lunga la principale industria delle Canarie, sarebbe chiaramente controproducente, danneggiando l’economia delle isole senza risolvere alcun problema”.
L’AEAT ha convocato per lunedì prossimo una riunione del suo consiglio di amministrazione per valutare la situazione attuale e ribadire il messaggio di unità degli imprenditori turistici su questo tema.
La FEHT ricorda che l’attuale normativa settoriale prevede una situazione eccezionale, articolata attraverso la Legge fondiaria delle Canarie, che consente l’uso residenziale per quelle situazioni consolidate prima del 1° gennaio 2017 e sottolinea che la stessa normativa regionale “è categorica riguardo alla possibile generalizzazione di questa pratica a causa delle conseguenze dannose per l’attività dei complessi turistici”.
Gli imprenditori turistici di Las Palmas sottolineano inoltre che esiste un accordo tra gli agenti economici e sociali delle Isole Canarie su questo tema, poiché il rifiuto della residenzialità turistica è stato esplicitamente espresso dai sindacati maggioritari del settore, CCOO e UGT, e da questa associazione datoriale, “che continuerà a difendere tutte le misure che contribuiscono alla sostenibilità dell’attività economica nei comuni turistici, grazie al suo impegno per il progresso collettivo delle Isole Canarie, con la volontà di dialogo, coerenza e rispetto della legge”.
Redazione di LGC