Secondo un’analisi di Funcas, la popolazione infantile delle Isole Canarie è diminuita di oltre il 40% negli ultimi 30 anni.
La popolazione infantile di età compresa tra 0 e 14 anni nelle Isole Canarie è diminuita di oltre il 40% tra il 1989 e il 2021, uno dei cali più marcati in Spagna, secondo i dati della Banca Mondiale e dell’INE analizzati da Funcas in occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia di questa domenica.
Da parte loro, i bambini sotto i 15 anni nel Paese si sono dimezzati dal 1960, passando dal 27% della popolazione totale in quell’anno al 14% nel 2021.
Inoltre, i dati suggeriscono che questo calo è maggiore di quello registrato sia nell’Unione Europea che nel mondo nel suo complesso e lascia i dati spagnoli “ben al di sotto” della media globale.
Secondo Funcas, nei quasi 65 anni trascorsi dalla pubblicazione della Dichiarazione dei diritti del fanciullo da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 20 novembre 1959, il peso demografico della popolazione al di sotto dei 15 anni nell’Unione europea è diminuito di oltre 10 punti percentuali, passando dal 26% al 15%, mentre nel mondo la percentuale è scesa dal 37% al 25% nel 2020.
Questa percentuale è stata superata solo da due regioni: l’Africa subsahariana (42%) e il Nord Africa e il Medio Oriente (30%).
In Spagna, Funcas mostra che la percentuale della popolazione infantile sul totale della popolazione si è ridotta “praticamente della metà” proprio in un periodo in cui sono stati compiuti progressi significativi nel controllo della mortalità infantile e nella protezione legale e sociale dei bambini.
Per quanto riguarda le comunità autonome, l’analisi Funcas rivela differenze “notevoli”: poco più di sei punti percentuali separano le regioni con le percentuali più alte e più basse di bambini da 0 a 14 anni nel 2021 (Murcia: 17,6%; Asturie: 11,2%).
FORTI CALI NELLE ISOLE CANARIE, IN GALIZIA E NELLE ASTURIE
In ogni caso, tutte le AC hanno registrato una diminuzione “considerevole” di questa variabile da quando la Spagna ha firmato e ratificato la Convenzione sui diritti del fanciullo nel 1990, ma in alcune, come le Isole Canarie, la Galizia e le Asturie, il calo è stato “particolarmente marcato”. In tutti e tre i casi, la percentuale di popolazione di età compresa tra 0 e 14 anni è diminuita di oltre il 40% tra il 1989 e il 2021.
In tutte le Comunità Autonome, ad eccezione dei Paesi Baschi, la percentuale di bambini di età compresa tra 0 e 14 anni nelle aree urbane (comuni con più di 10.000 abitanti) è superiore a quella delle aree rurali (comuni con un massimo di 2.000 abitanti).
La Galizia e le Asturie hanno le percentuali più basse di popolazione di età compresa tra 0 e 14 anni nelle aree rurali (rispettivamente 5,9% e 7,3% nel 2021), anche se sono leggermente aumentate negli ultimi dieci anni, il che indica che entrambe le comunità sono riuscite a contenere la perdita di popolazione infantile rurale.
La persistenza di queste differenze territoriali suggerisce, secondo Funcas, che “questo modello di disuguaglianza territoriale tenderà a consolidarsi, dato che dove ci sono più famiglie con bambini, i servizi per loro (scuole, parchi giochi, centri di salute pediatrica) sono più sviluppati, mentre allo stesso tempo le relazioni tra queste famiglie si attivano e si consolidano intorno alle attività condivise dei bambini”.
D’altra parte, Funcas avverte che nelle aree in cui i bambini sono pochi, questa rete di servizi e relazioni sociali favorevoli all’aumento della popolazione infantile si indebolisce. “Invertire la tendenza alla diminuzione della popolazione infantile richiederebbe tempo e investimenti pubblici e privati efficaci e duraturi”, sottolinea il centro di analisi.
La Redazione LGC