Un nuovo piano con i fondi NextGeneration per rinaturalizzare il barranco di Maspalomas
Il progetto prevede la rimozione del cemento dal suo letto
Il barranco di Maspalomas ha vissuto senza acqua da quando il letto è stato cementato a metà del secolo scorso e sono stati costruiti argini su entrambe le sponde per consolidare lo sviluppo urbano creato dal boom turistico, causando il deterioramento degli ecosistemi circostanti. Ben Magec propone di riqualificare l’ambiente rimuovendo il fondo cementato, tra le altre misure che potrebbero essere finanziate dall’UE.
L’ultimo tratto del burrone di Maspalomas fu cementato nel pieno del boom turistico della metà del secolo scorso, quando i promotori della sua urbanizzazione decisero di proteggere le aree di sviluppo costruendo un argine su entrambe le sponde e appunto, cementificando il letto del torrente, con un’operazione che oggi non supererebbe nemmeno la minima dichiarazione di impatto ambientale.
Le conseguenze negative di questa “prigionia dell’acqua” si sono complicate nel corso dei decenni, manifestandosi, tra l’altro, nel deficit di sedimenti delle dune di Maspalomas e nella perdita della superficie della spiaggia a causa dell’erosione, per non parlare dello squilibrio ambientale dell’intera area.
Questo non è solo il caso dell’antico “fiume” perduto nel sud di Gran Canaria, ma anche di numerosi esempi in Europa, dove da qualche tempo si tende a cercare di riportare allo stato originario, per quanto possibile, quelli che per milioni di anni sono stati uno dei principali vettori della vita naturale.
Questo, in un momento in cui vi è un’opportunità d’oro per l’intervento ambientale grazie ai fondi offerti per questo tipo di progetti dal Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del piano NextGenerationEU.
Per questi motivi, Ben Magec ed Ecologisti in Azione presenteranno al Comune di San Bartolomé de Tirajana, al Cabildo e al Consiglio delle Acque dell’Isola una proposta di progetto, elaborata dagli specialisti Orlando Parrilla, Santiago Martín, Erika González ed Eugenio Reyes, sotto il coordinamento di Santiago Martín, che, con un budget di circa due milioni e mezzo di euro, prevede come azione principale la rimozione della pavimentazione in tutta la sua lunghezza senza dover eliminare i terrapieni.
A ciò si aggiunge la creazione di una laguna; il collegamento dell’attuale alveo del fiume con il Parco Tony Gallardo, includendo un’area di esondazione per i giorni di piena; l’eradicazione di specie invasive come il giunco o il rabogato; la pulizia delle sponde e dell’alveo del fiume; la rivegetazione con specie di flora autoctona; o l’installazione di habitat per la promozione di specie faunistiche come la lucertola o il pipistrello, con scatole di rifugio, per mitigare le piaghe degli insetti.
Da Manzanares a Gran Canaria
Per diffondere i contenuti del progetto proposto da Ben Magec sulla rivitalizzazione del burrone di Maspalomas, il gruppo propone una conferenza tecnica questo lunedì presso la Casa Cultural del comune meridionale, a partire dalle ore 10.00, con una relazione sulla rinaturalizzazione del Manzanares, tenuta dall’agronomo Santiago Martín Barajas. Alle 11.15 interverrà Francisco Javier Sánchez Martínez, vicedirettore generale della Protezione delle acque e della gestione dei rischi del Ministero della Transizione ecologica e della Sfida demografica.
A mezzogiorno, Santiago Martín Barajas ed Eugenio Reyes, portavoce di Ben Magec-Ecologistas en Acción, presenteranno il piano di rinaturalizzazione del burrone di Maspalomas. In seguito, l’architetto Eva Padrón Sánchez presenterà il documento “Strategia del Governo delle Isole Canarie sui corridoi ecologici e la rinaturalizzazione”, concludendo alle 16.00 con una visita al burrone di Maspalomas, con spiegazioni sulla proposta.
La Redazione LGC