L’imponente tempesta di sabbia, che attraverserà l’Atlantico a circa 800 chilometri a sud dell’arcipelago, fertilizzerà ancora una volta l’Amazzonia.
Una terribile tempesta di sabbia si è scatenata nei giorni scorsi su Ciad, Mauritania e Senegal producendo un terribile Calima che ha colpito questi tre Paesi dell’Africa centrale.
In questo momento i satelliti stanno già tracciando la rotta sull’Oceano Atlantico che raggiungerà i Caraibi e sicuramente fertilizzerà di nuovo tutta l’Amazzonia.
In questa occasione, gli alisei e la forza del “rotore” dell’anticiclone delle Azzorre stanno contribuendo a impedire che questa mega tempesta di sabbia colpisca l’arcipelago.
I venti di nord-est, così caratteristici dell’estate canaria, ci salveranno dalla calma e dalle alte temperature.
Ogni anno circa 182 milioni di tonnellate di polvere del Sahara vengono trasportate dal vento nell’Atlantico.
Di questo totale, circa 27,7 milioni di tonnellate di polvere cadono nel bacino amazzonico, secondo i dati del periodo 2007-2011 analizzati in uno studio della NASA pubblicato nel 2015 in un articolo della rivista Geophysical Research Letters dell’American Geophysical Union.
Gli autori sottolineano che la quantità di polvere registrata in questo fenomeno è molto variabile da un anno all’altro e che sono necessari ulteriori studi per determinare se esistono modelli o tendenze a lungo termine legati a processi come il cambiamento climatico.
Di particolare interesse in questo studio è l’importanza delle polveri trasportate dall’aria del Sahara in diverse parti del mondo, in particolare le polveri raccolte dalla depressione di Bodélé in Ciad.
Questo antico letto lacustre contiene enormi depositi di microrganismi morti, carichi di fosforo.
I terreni amazzonici sono poveri di fosforo e di altri nutrienti essenziali che vengono dilavati dalle frequenti precipitazioni.
Pertanto, l’intero ecosistema amazzonico dipende dalla polvere proveniente dal Sahara per reintegrare queste perdite.
Lo studio ha stimato qualche anno fa che l’Amazzonia perde circa 22.000 tonnellate di fosforo all’anno a causa delle piogge e delle inondazioni, ed è questo elemento, insieme all’azoto e al ferro, che sono nutrienti essenziali per la crescita delle piante e la ricchezza del suolo fertile.
Tutti questi nutrienti vengono forniti dalle polveri in sospensione che lasciano l’Africa e viaggiano per quasi 10.000 chilometri fino alle coste del Sud America.
Questo viaggio transoceanico dall’Africa alle Americhe, si è scoperto, è fondamentale per la foresta pluviale.
I nutrienti del fosforo, essenziali per la vita di uno degli organismi più importanti nell’evoluzione del pianeta, il fitoplancton, sono forniti anche dalle calime dell’Oceano Atlantico.
Il fitoplancton, oltre a essere responsabile dell’esistenza dell’ossigeno sulla Terra (e quindi gli dobbiamo la vita), è anche la base della catena alimentare nei mari e negli oceani.
Senza la sua esistenza, tutti gli altri animali non sarebbero in grado di nutrirsi.
Climatologi e biologi marini hanno invece studiato per più di dieci anni il viaggio delle particelle del Sahara verso ovest sull’Oceano Atlantico, e nel corso di questi studi è emerso che le polveri in sospensione rimaste nell’oceano dall’Africa erano anche ricche di azoto, ferro e, come abbiamo visto, fosforo.
Tutti questi componenti della Calima “fertilizzano” l’Oceano Atlantico, favorendo la crescita del fitoplancton.
D’altra parte, i meteorologi sanno che questi microrganismi sono una parte fondamentale della lotta contro l’effetto serra, poiché il fitoplancton assorbe l’anidride carbonica dall’atmosfera.
In questo modo si riduce al minimo l’effetto serra.
Ma tutto questo può avere un effetto perverso, o almeno fastidioso, come la proliferazione di quelle che nelle Isole Canarie sono state chiamate microalghe, che non sono altro che questi organismi presenti sul pianeta da milioni di anni che producono ossigeno.
Le ondate di caldo eccessivo, le alte temperature del mare e il tempo calmo portano il fitoplancton sulle isole con i conseguenti disagi per i bagnanti e la popolazione.
Bina Bianchini