di Ilaria Vitali
Vero e proprio record quello registrato quest’anno dai produttori di banane dell’arcipelago, con 282 milioni di kg totali.
L’associazione dei produttori di banane canari (Asprocan) sottolinea che le condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli e le migliorie apportate nei metodi di coltivazione, hanno portato ad un’annata senza precedenti che ha registrato un aumento di 8 milioni di kg di banane in più rispetto all’ultimo record raggiunto nel 2010.
Il soddisfacente risultato si è riflesso in parte nel marketing, con più di 270 milioni di kg di banane vendute, dei quali 247 nell’arcipelago e nelle isole Baleari e 23 milioni di kg esportati.
In realtà il Presidente di Asprocan ha precisato che non è stato possibile vendere tutta la produzione e che per le quantità eccedenti è stato adottato il meccanismo di gestione della crisi dei mercati agricoli.
Il protocollo prevede la destinazione della frutta in eccesso in parte alle banche alimentari, in parte agli allevamenti di bestiame come parte del mangime e una parte alla produzione del compost (e quindi distrutta).
Nel caso delle banane dell’arcipelago, ben 3,2 milioni di kg sono state inviate alle banche alimentari del paese, 4,4 milioni di kg agli allevamenti e 900.000 kg sono stati distrutti e destinati al compostaggio.
Quello che appare quindi un segnale positivo, vale a dire una maggiore produzione, in realtà si scontra con la caduta dei consumi di frutta nelle famiglie spagnole, dato stimato in un 10% negli ultimi tre anni.
Alla caduta del consumo generale di frutta nella popolazione spagnola, si accompagna la forte concorrenza di banane provenienti da paesi extra UE e vendute a prezzi molto inferiori (1,23 al kilo contro 1,73 delle banane canarie).
A tal proposito da tempo l’Asprocan, anche in via ufficiale direttamente presso la Comunità Europea, ha richiesto manovre di intervento che favoriscano un mercato più equo e sgravi fiscali d’esportazione per i paesi all’interno dello Comunità Europea.
L’amaro paradosso di riuscire a ottenere una produzione record di alimenti e di doverne distruggere una parte per mancata vendita è inaccettabile e sono più che mai urgenti i provvedimenti che dovrebbero interessare non solo le banane e la frutta in generale, ma un’ampia gamma di alimenti prodotti in Europa e destinati alla distruzione.