Delinquenti italiani alle Canarie
di Alberto Moroni
Il trend degli ultimi anni vede le Canarie come rifugio ideale per una serie difforme di delinquenti italiani che qui sperano non solo di passare inosservati mescolandosi all’ingente flusso turistico dell’arcipelago ma anzi di proseguire indisturbati loschi traffici, disdicevoli truffe e vite al limite della legalità.
Il quadro dei delinquenti italiani nell’arcipelago è quindi piuttosto variegato, cosa che ha portato ad alcuni episodi di intolleranza nei confronti della comunità italiana che qui risiede con onestà.
E se una volta eravamo tutti “pizza, spaghetti e mandolino”, ora, per bene che vada”, siamo “bunga bunga”, per bene che vada!
Ma cosa combina l’italiano all’estero?
Intanto va precisato che per effetto dello Schengen agli italiani censurati che si spostano in Spagna non viene richiesto alcun certificato penale, così che anche l’arcipelago risulta alla fine un vero e proprio refugium peccatorum dove circolare liberamente con la fedina penale intonsa.
La truffa è l’attività preferita dal delinquente medio, quello che non si vuole sporcare troppo le mani e ama le uscite di scena improvvise o continuare a galleggiare in una situazione di precario equilibrio dietro la facciata di imprenditore di successo, quello che, in “italì”, è visto come “uno che ce l’ha fatta”.
É forse la categoria dei delinquenti più innocui dal punto di vista della pericolosità, certamente non quella economica, visto che, nei casi più organizzati, le cifre che girano dai conti dei connazionali alle tasche dei delinquenti spesso sono da capogiro.
Ma è indubbiamente la categoria più putrescente, quella dell’inganno perpetrato ai danni del compatriota, che squalifica l’italiano onesto a sicuro truffatore.
Ma si sa, fare di tutta l’erba un fascio è sport comune, benché l’isola sia piccola e la gente mormora.
Diversi i delinquenti loro malgrado, quelli scappati dall’Italia vessati dalle tasse e che cercano di ricominciare da capo tentando di dimenticare (e sperando di far dimenticare) il cumulo debitorio lasciato in patria.
Poi ci sono i delinquentelli, giovinastri e non, che vedono le Canarie come un non ben identificato luogo geografico bensì un regno dello spaccio, scambiando forse Ibiza per Tenerife, in cerca del sorpassato “peace and love” ma con i soldi di papà.
Insomma, dall’Italia non scappano solo i cervelli…
Infine i casi più elevati in termini di precedenti penali, i delinquenti a capo di loschi traffici che trovano alle Canarie un luogo potenzialmente ideale per dirigere scambi, architettare truffe nell’altro capo del mondo, in una parola delinquere con i guanti all’ombra di un patio davanti ad un banale spritz.
E così, da questa foto in bianco e nero, a rimetterci è la comunità italiana onesta, quella che conduce una vita talmente normale da fare anche qui sacrifici ma, è il caso di dirlo, alla luce del sole.