Tenerife: il pericolo viene dalle viscere della terra
di Magda Altman
Questo è uno dei casi in cui viene da dire: “fino a che non ci scappa il morto, nessuno prende provvedimenti”.
Stiamo parlando delle gallerie e dei pozzi di Tenerife, luoghi accessibili ma altamente pericolosi, e di una tragedia che si è consumata nel febbraio del 2007 in una di queste gallerie.
La terribile vicenda della galleria Piedra de Los Cochinos a Los Silos diede il via al lungo e faticoso processo di segnalazione e chiusura delle 151 gallerie e pozzi pericolosi sull’isola ma il prezzo che si dovette pagare fu altissimo: 6 escursionisti persero la vita intrappolati all’interno di una falda acquifera, storditi dai gas presenti e precipitati lungo la crepa sotterranea.
Quel giorno partirono in 30 e imboccarono per errore, scambiandola per una via sicura, una galleria che doveva essere chiusa dal 1964.
Priva di sufficiente ossigeno e satura di gas impercettibili che provocarono lo stordimento dei malcapitati, la galleria diventò una trappola mortale per i 6 escursionisti che caddero “come mosche” (cit.) di fronte agli altri partecipanti, impotenti e paralizzati.
Il recupero delle salme fu difficile, intere squadre di soccorso si mobilitarono per le operazioni.
Le autorità decisero di riconoscere ai familiari delle vittime un risarcimento complessivo di quasi 1.000.000 di euro, ammettendo la grave situazione di incuria dei luoghi considerati pericolosi.
Secondo i dati del Consejo Insular de Aguas de Tenerife oggi i luoghi rimasti ad alto rischio rappresentano l’1%, una riduzione notevole che si è resa necessaria ma che ha presentato non poche difficoltà.
Alcune gallerie si trovano infatti su terreni privati e di cui i proprietari spesso ignorano l’esistenza mentre altre sono in luoghi difficilmente accessibili, caratteristica però che non le rende meno pericolose per avventurosi escursionisti.
In seguito al drammatico incidente del 2007, il governo regionale emanò un decreto che conferì ai proprietari la totale responsabilità di gallerie e pozzi ubicati nei propri terreni, decreto che consentì di avviare una serie di provvedimenti disciplinari.
Immaginate di essere il proprietario di una vasta zona dove, a vostra insaputa, è nascosto uno di quei diabolici collegamenti con le viscere della terra: siete passibili di multa e anche salata.
Il costo sostenuto dalle autorità comunali per le operazioni di segnalazione e chiusura di gallerie, pozzi, anfratti ritenuti pericolosi, ammonta fino ad ora a 100.000 euro.
Si trovarono situazioni curiose come la galleria di proprietà di una banca (forse un futuro caveau?) e come la galleria dichiarata rigorosamente chiusa dal legittimo proprietario che però, giocando sulla sua difficile collocazione, non ne produsse mai le prove.
Tra le gallerie su territorio comunale dichiarate ad altissimo rischio si trovano El Salto del Topo, nel barranco del Rey ad Arona, attualmente pare ancora accessibile, e El Salto de la Suerte (un nome un programma) in Agua García, a Tacoronte, inattiva.
Escursionisti: badate bene a dove mettete i piedi ma soprattutto non avventuratevi in gallerie non segnalate. Basta veramente un attimo per rimanere per sempre nel cuore di Tenerife.