Isole Canarie, dove vivono gli ultimi esemplari di squalo angelo
di Franco Leonardi
Lo squalo angelo (Squatina squatina) è noto alla popolazione locale come “angelote” e viene considerato dagli studiosi la lince del mare.
Come la lince infatti lo squalo angelo è tra le specie più a rischio di minaccia di estinzione del pianeta.
Fino a pochi decenni fa lo si poteva trovare in tutto il Mediterraneo e in gran parte del Nord Atlantico ma in seguito alla pesca intensiva praticata dal Regno Unito e dall’Irlanda negli anni 80 (fino a 20 tonnellate all’anno), lo squalo angelo è praticamente scomparso.
Ma non nell’arcipelago delle Canarie dove, a sorpresa, vive l’ultima popolazione di squalo angelo e dove ogni anno centinaia di naturalisti accorrono nella speranza di poterlo vedere e magari fotografare.
Grazie alle particolari condizioni ambientali e di tutela presenti nell’arcipelago, lo Squatina squatina, benché a rischio, non è ancora rientrato nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
L’Università di Las Palmas, l’Associazione zoologica di Londra e il Museo Koening da tempo sostengono la conoscenza e il recupero di una specie pressoché innocua per l’uomo che può ammirarne la sorprendente bellezza durante le immersioni.
L’Angel Shark Project, iniziativa lanciata dai 3 promotori, ha riunito a Gran Canaria gli specialisti di squali di tutto il mondo per cercare di garantire un futuro all’ultima popolazione esistente di squalo angelo.
Attraverso il coinvolgimento di cittadini, turisti e associazioni di sub, vengono effettuate immersioni per diffondere la conoscenza di questo particolare squalo.
Relativamente innocuo se avvicinato con le dovute cautele e il massimo rispetto, lo squalo angelo danza armoniosamente in profondità con movimenti lenti e aggraziati per ridurre al massimo il consumo di energia.
Benché provvisto di denti di ridotte dimensioni, non è raro che possa mordere se afferrato o tirato per la coda da scellerati subacquei in cerca dello scatto memorabile da portare a casa come trofeo delle vacanze.
Il rispetto prima di tutto, sostengono a ragion veduta gli esperti.
La caratteristica forma appiattita e le pinne simili ad ali, consentono loro di ricoprirsi di sabbia sul fondale in attesa di catturare prede come pesci, crostacei e vari tipi di molluschi.
La riproduzione dello squalo angelo, che mette al mondo fino a 7 piccoli alla volta, avviene molto lentamente e in condizioni di assoluta tranquillità; la pesca indiscriminata e il disturbo arrecato da irrispettosi subacquei ne ha minato e minaccia tutt’ora la sua presenza.
Quindi se lo incontrate, fatevi (e fategli) un regalo: accontentatevi di ammirarlo.