In particolare, questa determinazione da parte dell’Agenzia delle Entrate non riguarda solo i lavoratori, ma riguarda ogni cittadino a cui il Tribunale riconosce il pagamento delle spese sia di una causa, sia come risarcimento procedurale da parte avversa. Sarà quindi necessario includere l’importo delle spese sulla base imponibile generale delle imposte sui redditi (IRPF), che andrà a fare lievitare il reddito totale. Però i contribuenti possono detrarre le spese realmente sostenute per l’avvocato o il procuratore legale durante il processo. Per l’Agencia Estatal Tributaria (AET) le spese giuridiche sono “spese dovute al consumo”, dimenticando che le spese per un avvocato o per la difesa in giudizio sono solo spese a carattere restitutorio se si vince la causa, e sono strettamente necessarie per difendersi in Tribunale.
Spesso gli avvocati caricano direttamente nella parcella i costi della controparte, in modo che i clienti quando hanno vinto la causa sono inconsapevoli dell’importo esatto delle spese che vengono rimborsate, il che renderà molto difficile per loro dichiarare correttamente ai fini IRPF.
Non dichiarare l’importo dei rimborsi avuti farebbe sì che l’Hacienda possa richiedere il non dichiarato l’anno successivo con gli interessi di mora, ed anche imporre una sanzione minima pari al 50% della quota di mancato pagamento. Il Ministerio de Hacienda (Gestha) ha chiesto all’Agencia Estatal Tributaria (AEAT) di riconsiderare i criteri di sgravi fiscali e di permettere di dedurre almeno gli importi delle spese legali per gli avvocati e procuratori.
(Alberto Moroni)