Passano talvolta inosservate, mettono a rischio agricoltura e orticoltura, si moltiplicano adattandosi al nuovo ecosistema per poi stravolgerlo: sono le piante esotiche e rappresentano una grave minaccia per le Isole Canarie.
Importate intenzionalmente o meno dall’uomo, il 10-15% di esse si stabiliscono nell’ecosistema canario con modalità invasiva e fino ad oggi, secondo i dati del Servizio di Biodiversità del Ministero dell’Ambiente, se ne contano almeno 90 specie diverse.
Alterano la purezza delle specie autoctone, trasmettono nuove e difficilmente trattabili malattie alle colture, spesso risultano tossiche per il bestiame e per l’uomo e rappresentano un serio problema per l’economia.
Tra le specie considerate più pericolose è stata rilevata la Arundo donax, volgarmente chiamata canna comune, che crescendo in anfratti umidi impedisce la crescita della flora autoctona e intasa i canali favorendo la propagazione degli incendi.
Si deve a questa specie la diminuzione del salice canario, ormai vicino all’estinzione.
L’insospettabile agave (Agave sp.) che tutti pensano sia autoctona delle isole, è stata in realtà introdotta per scopi commerciali e ora sta provocando seri danni a causa delle sue radici che affondano in profondità nel terreno.
La flora e la fauna delle Canarie, essendosi sviluppate in un ambiente geograficamente isolato e quindi non contaminato, non hanno mai avuto la necessità di sviluppare meccanismi di difesa contro l’aggressività di altre specie.
Questo fatto insieme al particolare clima mite dell’arcipelago, hanno contribuito a costituire un habitat perfetto per le cosiddette specie aliene che si sono inserite perfettamente nel paesaggio dell’isola, tanto da passare spesso per autoctone o addirittura inosservate.
Nell’ottobre del 2014 il Parlamento Europeo ha approvato un nuovo regolamento sull’introduzione e la diffusione di specie esotiche invasive, limitandosi però a segnalare solo 9 alghe e 62 piante, quando nelle isole si contano ben 90 specie non autoctone.
I danni provocati alle coltivazioni e agli allevamenti hanno causato un costo all’Unione Europea di 12 milioni di euro annui negli ultimi 20 anni, cifra destinata a crescere poiché, come affermano gli esperti, per determinare se una nuova pianta abbia caratteristiche invasive possono occorrere anche diversi anni.
La Polizia delle Canarie conduce regolarmente ispezioni in vivai e negozi per monitorare la situazione e prevenire eventuali situazioni a rischio.
I costi per l’eradicazione delle specie invasive sono infatti elevati e come sempre, è meglio prevenire che curare.